Centrale di Scieppe di Orciano: quali criteri per il via libera?

Quando la politica entra nel merito degli aspetti tecnici può succedere di tutto. O meglio, quando i tecnici delle pubbliche amministrazioni sono “indirizzati” dalla politica (consenzienti o meno, non sta a noi stabilirlo) allora ci si può aspettare qualunque cosa. Può succedere, ad esempio, che un progetto assurdo e azzardato come quello dell’ormai famosa centrale di Schieppe di Orciano ottenga in un sol colpo la compatibilità ambientale per la VIA, il parere positivo per la valutazione d’incidenza e l’autorizzazione paesaggistica. Chi ancora pensa di vivere in un paese democratico, dove il parere della gente comune conta qualcosa e in cui il termine “procedura ad evidenza pubblica” ha un suo significato, rimarrebbe scandalizzato nel leggere il decreto regionale con cui si concedono i sopra citati nulla osta (DDPF n.4/VAA_08 del 12/12/2006).
Per tutti gli altri, per tutti quelli che negli ultimi mesi hanno seguito le scaramucce politiche, le improbabili difese di un PEAR traballante, le stoccate e i colpi di scena tra politici regionali e locali (di destra e di sinistra), per tutti quelli che da tempo hanno capito che la centrale della Waferzoo non nasce da esigenze tecniche o ambientali (poco c’entra il protocollo di Kyoto o le energie rinnovabili) ma serve a giustificare ben note poltrone (quella di Amagliani traballa più del PEAR) per tutti questi non sarà una sorpresa leggere la superficialità con cui sono state respinte praticamente tutte le osservazioni fatte al progetto.
Non si capisce ancora che fine farà l’energia termica prodotta (60 MW secondo le attuali prescrizioni): il decreto “invita” semplicemente la ditta e le amministrazioni locali a mettersi d’accordo per realizzare una rete di teleriscaldamento. Questa stessa energia, secondo i tecnici della regione, improvvisamente sparisce (“si tratta di valori millesimali e trascurabili rispetto all’irraggiamento solare” – dalle contro deduzioni alle osservazioni allegate al decreto) quando si prospetta il rischio di variazioni microclimatiche, in ragione del fatto che non si capisce che fine faccia l’energia termica prodotta.
E non parliamo della valutazione di incidenza (necessaria, dal momento che la centrale ricade in una Zona di Protezione Speciale): parere favorevole, senza discutere, senza accennare minimamente alla possibilità che una mostruosità come quella in progetto possa nuocere alle specie protette (e vi assicuriamo che dalle informazioni fornite dalla ditta è impossibile escludere impatti sugli ecosistemi tutelati).
Questi sono solo alcuni piccoli esempi per spiegare l’approccio che è stato usato per concedere autorizzazioni e pareri favorevoli: la legge prevede una procedura ad evidenza pubblica? Bene, facciamogli fare le osservazioni e poi respingiamole con le prime motivazioni che ci vengono in mente (prive di qualunque fondamento scientifico).
Cari amministratori, fateci un favore: se già avete chiaro in mente cosa volete fare, se già sapete che non ci sarà niente in grado di farvi cambiare idea, se siete disposti e modificare le procedure amministrative pur di arrivare al risultato, ditecelo subito e non fateci perdere tempo con osservazioni e critiche costruttive.
Non prendeteci in giro con la storia della “trasparenza”: tanto, tra breve, di trasparente non ci rimarrà nemmeno l’aria…

Fano, 4/01/2007
La Lupus in Fabula Onlus

 

 

 

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